Trattati, cataloghi, enciclopedie, collezioni, atlanti ci hanno dimostrato come la classificazione sia uno strumento determinante per l’organizzazione delle conoscenze umane.
Ogni elemento della realtà viene racchiuso in un ideale contenitore in costante e fitta relazione, tesa a formare la trama del nostro sapere.
Classificare, dunque, è un modo per venire a patti con il reale. Per ridurre la sua struttura nella parte più infinitesimale e giungere a quella più grande, nella consapevolezza che non vi è elemento che non sia interconnesso.
Come esiste un metodo scientifico per classificare le conoscenze umane, ne esistono altrettanti che seguono principi alternativi di riepilogo e di organizzazione.
Dimensione, colore, forma: ogni entità può essere di volta in volta discrimine o caratteristica comune.
Da questo presupposto Neil Packer ha costruito il suo bellissimo libro “Unico nel suo genere. Una storia sul raggruppare e classificare”, che sarà pubblicata da Camelozampa, all’interno della collana “Le sinapsi“, il 17 di marzo 2022 con la traduzione di Sara Saorin.
La stessa copertina del libro, vincitore del Bologna Ragazzi Award Non Fiction 2021 e stampato su carta ecologica FSC, ha le sembianze di una tavola tassonomica POP.
Al centro troviamo il protagonista, Arvo: il ragazzino al seguito del quale trascorriamo un intero pomeriggio in città e per merito del quale la realtà ci si dischiude visivamente sulle pagine come un insieme straordinario di categorie.
In questo viaggio attraverso i gruppi fra i quali può essere colto l’esistente, partiamo dalla famiglia di Arvo, per poi giungere a quella del suo gatto.
Packer ci traghetta da un quartiere all’altro, da un contesto all’altro e ci invita ad osservare ogni particolare che si fa spazio sulla pagina, che ne risulta fittissima ma mai caotica. Perché proprio a questo serve classificare.
A cogliere un ordine ben definito, anche dove apparentemente non c’è.
I tratti dell’autore ci fanno procedere adagio, chiedono attenzione, il dovuto tempo di osservazione, la giusta dose di analisi.
Ci raccogliamo insieme ad Arvo, nel silenzio di una biblioteca per poter trovare riposo e stimolo conoscitivo fra scaffali carichi di volumi. Qui i libri sono catalogati per argomento.
Il bambino è affascinato tanto da un libro d’arte che gli fa scoprire come diversi possano essere i linguaggi espressivi per tradurre lo stesso oggetto, quanto da un libro sul formaggio che gliene offre le variazioni più disparate.
Non c’è elemento che attragga il bambino più di un altro – parrebbe suggerire l’autore – ma il fascino del reale consisterebbe in questo variegato e ricchissimo assortimento di forme e di declinazioni. E nella possibilità di trovare il modo per tenere assieme tutto. Nel tempo e nello spazio. Pur mantenendo la sua più peculiare unicità.
Perché anche fra migliaia di persone, nessuno è come Arvo e nessuno è come il suo papà.
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