Marcel Duchamp: uno fra i più importanti artisti del XX secolo; percorse le correnti del fauvismo e del cubismo, animando attivamente il dadaismo e il surrealismo, per dare poi inizio all’arte concettuale, ideando il ready-made e l’assemblaggio.
Del suo essere bambino — che contiene in sé i semi che avrebbero portato alla maturazione artistica del Duchamp adulto — ci racconta Daniela Iride Murgia nel suo albo illustrato Marcel, pubblicato da Topipittori.
Marcel che fuma una pipa immaginaria, che si abbandona alla sua pigrizia. Marcel e i suoi occhi azzurro cielo. I baffi disegnati sulle riviste del barbiere, l’orinatoio in cui coltivare piante per imitare il nonno, gli oggettiaccumulati e riutilizzati, i progetti sognati ad occhi aperti e i vestiti della maestra indossati per far ridere i compagni durante l’intervallo fra le ore di scuola.
Marcel che gioca con le parole come un provetto surrealista (ma non sono poi i bambini i primi a voler sperimentare nuovi giochi vertiginosi con le parole?).
«Pigrizia incurabile di strade ferrate ai passaggi del treno!»
Quello che si respira lungo il corso di queste pagine è una profonda libertà. La libertà di un bambino che si abbandona totalmente alla potenza dell’immaginazione, senza limiti né confini. La libertà di un bambino proiettato verso un futuro che egli ha già in nuce dentro di sé. E l’implicita idea che l’adulto abbia conservato in sé le caratteristiche del bambino.
La dimensione ludica che connotò sempre l’arte di Marcel Duchamp offre uno spunto a Daniela Iride Murgia per sottolineare perfettamente lo stretto legame fra il Marcel bambino e il grande artista, incedendo su alcuni aspetti della sua personalità e della sua espressione artistica che ritroveremo ben delineati a distanza di anni. Basti pensare alla “scatola verde” (la sua celebre valigia d’artista) o a la “gioconda baffuta”, solo per citare alcune opere.
Visivamente, suggestioni moderniste si avvalgono di una palette di colori primari tipici delle Avanguardie in una giostra di splendide immagini, quelle a cui ci ha da sempre abituato Daniela Iride Murgia, a comporre un albo da possedere assolutamente.
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