Ognuno ha un ricordo diverso su come il cinema sia entrato a far parte della propria vita. Magari seduti su una poltroncina di velluto, scappando fra le sedie di un cinema all’aperto, davanti ad un lenzuolo bianco, sbirciando lo schermo da dietro teloni pesanti difficili da scostare. Uno spiraglio di luce e la prima immagine. Quella grande, quella enorme, quella gigantesca, quella che sembra quasi che gli occhi non ce la facciano a contenerla tutta.
Eppure, per ogni singola esperienza, qualcosa di comune si è consumato in quell’attimo ed è stato come il deflagrare di un satellite nello spazio sconfinato della nostra interiorità bambina. Stupore, gioia, e di nuovo stupore ed eccitazione e ancora stupore e la precisa e netta sensazione di proiettarsi totalmente su quello schermo luminoso, fino ad arrivare ad una sorta di commistione immaginifica e baluginante che ci portava alla totale mimesi, una mimesi amorosa.
Questa storia d’amore di tipo proiettivo è al centro di Come in un film di Luisa Mattia e Daniela Tieni, edito da Lapis, che è da poco uscito in libreria.
Luisa Mattia è nome noto all’interno della letteratura per l’infanzia. Ha lavorato nel mondo nella scuola, ha pubblicato numerosi romanzi fino ad essere insignita nel 2008 del Premio Andersen come “miglior scrittore”. Daniela Tieni è un’affermata illustratrice in Italia ed oltralpe. Tra le sue illustrazioni più belle e pluripremiate quelle della favola edita da Topipittori C’era una volta in Persia, ma anche Il catalogo dei giorni per Kite edizioni o ancora La cacciatrice di fossili. Mary Anning si racconta per Editoriale Scienza.
In Come in un film la protagonista è una bambina di nome Nina e la narrazione si mette in moto bruscamente. La palla con la quale la protagonista stava giocando ha rotto un “fantomatico” vetro e quello che sembrava un vetro non è altro che la porta per accedere ad un’altra dimensione.
La bambina che corre dietro alla sua palla, un pallino rosso sulla scena, incontra personaggi che sono entrati nel pantheon della storia del cinema italiano e mondiale che hanno segnato il novecento.
“Il tipo buffo con la faccia gentile” che le ha messo il suo cappello non è altri che Charlie Chaplin sul set de Il circo.
“Il tipo lungo lungo, secco secco, sciarpa rossa e capello che dice «al trucco al trucco»” è Federico Fellini.
Nina è requisita dalla troupe che ce la restitusce come la “Gelsomina” ne La strada: un viso enorme su un’unica pagina, il viso incipriato di Giulietta Masina. Il pallino rosso al posto del naso.
Ma Nina è contrariata e non trattiene le lacrime.
«Che fai, Ni? Perché piangi?» Sembra di sentirla la voce profonda di Anna Magnani. Un po’ Bellissima, un po’ Roma città aperta. La palla insegue una donna che insegue un camioncino. Poi il silenzio.
Un enorme uomo campeggia al centro della pagina. “Le gambe grosse come tronchi, le braccia lunghe come rami”. È Maciste, all’anagrafe Bartolomeo Pagano. Scaricatore di porto genovese che per primo impersonò il mitico personaggio cinematografico.
La palla di Nina non ha requie e così la protagonista che cerca di orientarsi in quello che sembra un ipertrofico set onirico.
Un’altra svolta ed eccola alle prese con l’Alberto Sordi di Un americano a Roma.
«Da dove vieni? Io vado a Kansas City! Vieni con me?».
Con questo espediente, quello della palla che rimbalza qua e là inseguita dal passo incerto di una bambina che incespica nell’universo del cinema, la Mattia costruisce una storia dalla forte presa che si arricchisce della componente visiva sempre più solida di Daniela Tieni.
Un gioco che ci trasporta sui set più felici del nostro cinema e di quello internazionale con il gusto per il piccolo lettore di scoprire chi si cela dietro alle figure di volta in volta conosciute, sfiorate, osservate.
Una piacevole lettura che offre un ricchissimo ventaglio di spunti e di occasioni di condivisione. E un elenco finale che aiuta nella ricognizione.
Per tutti. Soprattutto per piccoli aspiranti cinefili.
©ZazieVostok