Non mi stancherò mai di dirlo, e l’ho ripetuto spesso, la letteratura per l’infanzia ha nelle sue mani un immenso potere che è quello di un’infinita capacità sincretica, della possibilità di far passare concetti importantissimi attraverso l’immaginazione, la fantasia. Di porre il bambino in una condizione di mimesi emozionale che è confronto costante con il testo e le sue immagini in un continuo mutamento di rispecchi e richiami.
Quanto lavoro possa essere fatto attraverso gli albi illustrati ce lo insegnò dopo il secondo conflitto mondiale una figura importantissima come quella di Jella Lepman, che attraverso di essi si pose l’obiettivo di riportare la democrazia in un paese, la Germania, esacerbato dal Nazismo. Tra le conseguenze importanti del suo programma culturale, la fondazione dell’IBBY, International Board on Books for Young People che ancora oggi si attiva per la promozione e la garanzia della lettura per bambini e ragazzi, e la creazione della Jugendbibliothek di Monaco, la più grande biblioteca di libri per bambini al mondo.
Di tutto questo e molto altro si può leggere nell’autobiografia ripubblicata da Sinnos Un ponte di Libri, a cura di Anna Petrucco Becchi (che si è occupata anche della traduzione).
Partendo da questa premessa ci sono molti modi per parlare ai bambini di relazioni. Innanzitutto viverle, sarebbe il primo passo e anche quello essenziale. Da questo già i bambini comprendono più di quanto si immagini. Ma perché non affidarsi anche ad un buon libro, se può con una bella storia offrire uno spunto accompagnato ad un momento di condivisione affettiva?
Per questo vorrei parlare di due libri che trattano appunto di relazioni e lo fanno in maniera estremamente precisa, delineandone i contorni con tratto marcato, quanto può essere marcato un pennarelllo dalla punta spessa.
Nulla hanno a che fare con quelli che di solito vengono chiamati “libri medicina”, ovvero quelle pubblicazioni che sembrano esser scritte apposta per risolvere la tal o talaltra impasse della crescita di ogni bambino.
No, non è questo il caso.
Qui si parla di costruire relazioni e costruirle in maniera sana.
È per questo che vorrei proporvi la lettura de La scatola magica di Komako Sakai, edito da Kira Kira Edizioni e Prima di dormire di Giorgio Volpe e Paolo Proietti edito da Kite edizioni.
Sono libri che affrontano il tema delle relazioni da punti di vista diversi ma hanno dei tratti in comune, per questo ho deciso di dedicare loro un unico articolo.
La scatola magica di Komako Sakai è costruita dall’autrice con apparente leggerezza ma il tema che va a toccare è molto importante.
La piccola Riko vuole giocare per conto suo ma è continuamente interrotta dai dispetti del fratello più grande. La mamma quindi le regala una scatola di cartone, dicendole «Questa sarà la tua nuova casa».
Sembra un espediente per rendere quieta una bambina, ma non lo è, significa riconoscerle uno spazio, un luogo tutto suo, una dimensione intima e assolutamente personale all’interno della quale la bambina può avere accesso alla sua fantasia e dare ascolto alla sua immaginazione. Non sempre è facile nelle relazioni con i più piccoli, riconoscere la loro esigenza di autonomia. Questo libro ce lo mostra in maniera molto semplice. E una volta che la bambina è riuscita ad addobbare la sua casetta aiutata dai suoi amici giocattoli, ci sarà posto anche per il fratello, che attratto da tutta quella concentrazione serafica, decide di abbandonare le cattive maniere in uno scambio contagioso di tempo ed emozioni assolutamente pacifico.
Prima di dormire è la tenera storia di amicizia fra una volpe ed un ghiro. Le loro scorribande nel bosco procedono senza scosse fino a che non si approssima l’inverno e l’amico ghiro non è destinato, come ogni anno, a passare i tre mesi successivi in letargo.
L’amica volpe vorrebbe far di tutto per ritardare questo momento. Ci sono sentimenti così forti che spesso fanno dimenticare le reali esigenze dell’altro e le sue naturali necessità. Eppure una sana relazione è quella che prevede il riconoscimento dell’altro nella sua alterità, nei suoi bisogni e nella sua identità che non può estinguersi in un rapporto simbiotico. Questo libro ce ne offre una visione chiara pur nella sua delicatezza. E il sonno ristoratore dei due protagonisti non può che essere il finale migliore per una storia che si sostanzia di accettazione della differenza e di devozione amicale.
©ZazieVostok